Polizza infortuni: cosa copre

L’assicurazione infortuni è sicuramente tra le più utilizzate non solo da coloro che operano nei posti di lavoro ad alto rischio, ma anche da tutti quelli che vogliono semplicemente proteggersi le spalle nel caso in cui accadesse uno spiacevole inconveniente. Al giorno d’oggi esiste un gran ventaglio di polizze infortuni estremamente variabili. Molte sono pensate appositamente per le persone che vorrebbero usufruire di un’assicurazione completa, seria e affidabile, il che non è affatto semplice considerando l’enorme varietà di offerte che attualmente sono disponibili sul mercato. Per giunta, le offerte delle compagnie nel settore delle polizze infortuni aumentano praticamente di anno in anno per offrire una copertura assicurativa che non sia unicamente completa, ma anche ben equilibrata e conveniente. Prima di scegliere un’ottima polizza infortuni, però, devi senz’altro sapere quali sono i rischi che quest’ultima copre.

Un’assicurazione di questo tipo può coprire proprio tutti i rischi a cui potresti andare incontro non solo sul tuo luogo di lavoro, ma anche nella vita in generale. Si spazia, dunque, dai rischi più semplici, quelli che vengono sottovalutati praticamente sempre (come le malattie che rendono inabili di lavorare per un po’) fino ai problemi più gravi, come la perdita di arti, la paralisi totale o parziale e così via. Ovviamente, sono poche le assicurazioni che offrono un’adeguata copertura finanziaria proprio contro tutti i rischi. Molte di più sono le polizze infortuni che coprono solo da uno specifico tipo di eventi. Inoltre vi sono anche tante polizze personalizzabili: si possono inserire nelle stesse delle clausole specifiche, a seconda delle tue volontà in merito. In sintesi, dunque, bisogna capire che gli eventi assicurabili con una polizza infortuni sono davvero tantissimi, ma non tutte le polizze sono in grado di proteggerti completamente.

Inoltre, i rischi cambiano anche a seconda dell’ambiente. Per esempio, è facilmente possibile incontrare una vasta gamma di polizze per gli infortuni al lavoro, ma esistono anche le polizze per gli infortuni sportivi o quelle per gli incidenti stradali. Vi sono poi delle assicurazioni che coprono gli assicurati da tutti questi eventi nel loro insieme. Le scelte, insomma, potrebbero essere davvero tante e molto variabili. Per esempio, non si può dimenticare di tutto ciò che riguarda polizze infortuni e malattie che, come si può ben capire, sono pensate non solo per coprire l’assicurato dai vari danni causati dagli infortuni, ma anche dalle malattie di diverso genere. D’altro canto, una polizza infortuni e malattie potrebbe non fornire alcuna copertura contro le patologie più semplici. Di contro la copertura offerta nelle caso delle malattie più gravi può essere molto completa. Basti pensare a tutto ciò che concerne le patologie gravi come il cancro, dalle quali la persona tende ad assicurarsi meno spesso e che comunque rappresentano un gravissimo problema. La scelta sui rischi da cui proteggersi, insomma, può essere estremamente vasta. Per questo vale la pena di considerare i vari dettagli da inserire nelle relative polizze.

Polizze per l’invalidità temporanea

Tra le varie polizze infortuni occorre prestare una particolare attenzione a tutto ciò che concerne la polizza per l’invalidità temporanea. Quest’ultima serve ad assicurare le persone dalla forma più lieve di danno prevista dai contratti assicurativi. La sua caratteristica principale è la transitorietà. Si presume che trascorso un certo periodo di tempo lo status dell’inabilità temporanea venga meno. L’invalidità temporanea può essere causata sia da un comune infortunio che da una malattia. L’importante è che tale infortunio o malattia precludano all’assicurato la possibilità di svolgere la propria attività lavorativa per un certo lasso di tempo. Il tempo d’inabilità definito in questo tipo di clausole è quello utile per riprendersi dall’infortunio oppure guarire del tutto dalla malattia, in modo da poter ricominciare a lavorare. Dunque, se per esempio il lavoratore dovrà assentarsi dal lavoro a causa di un infortunio o di una malattia per una ventina di giorni, la compagnia assicurativa gli pagherà un indennizzo per ogni giorno in cui egli resta inabile a lavorare. Ovviamente, l’inabilità temporanea viene giudicata come tale unicamente da un medico professionale. Per questo, se vuoi ottenere il risarcimento che ti spetta, dovrai necessariamente munirti di un valido certificato medico. A differenza delle altre categorie d’inabilità, quelle temporanee vengono tutelate sia dalle comuni polizze infortuni e malattie che dalle assicurazioni di responsabilità civile (queste coprono i vari danni arrecati a terze parti). Il risarcimento all’infortunato avviene sotto la forma della diaria: i soldi vengono forniti per ogni singolo giorno dello stato d’inabilità. Essa serve, quindi, a compensare il mancato guadagno e viene calcolata in relazione al salario dell’assicurato. Generalmente, per tutti i periodi d’inabilità temporanea viene prevista una franchigia, ovvero la quantificazione minima del danno. Tale limite dev’essere necessariamente superato affinché si possa a tutti gli effetti parlare d’inabilità temporanea. I giorni che vengono rimborsati con una franchigia sono quelli che eccedono il limite imposto dalla franchigia. Ovviamente, se il periodo d’inabilità ha una durata inferiore al limite della franchigia, l’assicurato non avrà diritto ad alcun tipo di risarcimento. Per esempio, se la franchigia è di 5 giorni mentre l’inabilità temporanea ha una durata di 15 giorni, vengono rimborsati soltanto i 10 giorni di differenza. D’altro canto, se l’inabilità temporanea dura solo 3 giorni mentre la franchigia è sempre pari a 5 giorni, allora l’assicurato non avrà diritto ad alcun rimborso. Quindi, se un’assicurazione prevede una copertura assicurativa anche per le malattie meno significative, bisogna comunque valutare la presenza o meno della franchigia.

Polizze per l’invalidità permanente

L’invalidità permanente rispecchia un danno fisico estremamente grave. Tale invalidità può essere causata da una malattia oppure da un infortunio che renda l’assicurato inabile nello svolgimento della propria attività lavorativa. Una caratteristica fondamentale di questo tipo d’infortunio è il fatto che dev’essere irrimediabile e quindi durare per sempre. Ovviamente deve anche manifestarsi subito dopo l’infortunio, in modo che possa essere collegato direttamente allo stesso impedendo alla persona di svolgere la sua attività lavorativa. A differenza di quanto accade per l’inabilità temporanea, quella permanente comporta che per il calcolo dell’indennizzo vengano usate delle precise tabelle istituzionali. A occuparsi della loro redazione è l’Inail (l’istituto nazionale per gli incidenti sui luoghi di lavoro) in collaborazione con l’Ania (l’associazione di tutte le compagnie assicurative che operano sul territorio del Bel Paese). Queste tabelle includono ogni tipologia di menomazione fisica a cui viene attribuita una percentuale relativa al grado d’inabilità permanente. Le menomazioni fisiche riportate in queste tabelle sono, principalmente, di due tipologie principali: le menomazioni sensoriali e quelle anatomiche. Le anatomiche riguardano il corpo e, precisamente, la sua capacità di spostamento. Si tratta, quindi, della perdita degli arti, della paralisi, delle amputazioni e così via. Questa categoria può anche includere le menomazioni multiple, ovvero quelle che riguardano più parti del corpo. Si tratta dell’eventualità in cui si verifica la perdita di più arti. In questo caso le percentuali di tutte le menomazioni vengono sommate e possono arrivare anche al 100%, che comporta uno stato d’invalidità permanente totale. Questo stato vale anche per coloro che sono completamente paralizzati e non possono muoversi del tutto. I danni sensoriali, invece, sono quelli che investono un qualsiasi apparato dei sensi: la vista, l’udito, il tatto o l’olfatto. A seconda della gravità del danno e della conseguente incapacità lavorativa, il calcolo relativo all’indennizzo viene eseguito in un modo estremamente differente. Per esempio, se si perde la vista completamente si diventa del tutto inabili a lavorare. Questo stato corrisponde a un’invalidità permanente totale, pari al 100% quindi. Per ottenere il risarcimento dovuto allo stato d’invalidità permanente bisogna rivolgersi a un medico legale che quindi deve rilasciare l’apposita certificazione. Anche in questo caso può essere prevista una franchigia. Quest’ultima viene calcolata in percentuale e il suo funzionamento è uguale a quello nello stato di abilità temporanea. Per esempio, la franchigia imposta dal contratto può essere pari a 5%. Nel caso in cui l’invalidità permanente fosse al livello del 15%, la compagnia assicurativa rimborserebbe all’assicurato solo il 10% di differenza. D’altro canto, qualora la percentuale d’invalidità fosse inferiore alla soglia del 5%, la compagnia si rifiuterebbe di risarcire l’assicurato. Dunque, minore è il livello della franchigia e maggiore sarà il risarcimento all’assicurato.

Come affermato in precedenza, l’invalidità permanente può essere causata da infortunio o da malattia; a differenza dell’assicurazione per invalidità permanente da infortunio, quella da malattia protegge dai danni derivanti da una sopraggiunta malattia. Le patologie sviluppate, naturalmente, devono verificarsi durante il corso di validità della polizza e comunque sempre dopo la sottoscrizione della stessa, seguendo le regole relative al periodo di carenza delle diverse patologie, indicate nel contratto. Ma quali sono le malattie che possono causare invalidità permanente in un soggetto? Purtroppo la lista è lunga; possiamo annoverare tra queste: infarto, tumore, ictus, parkinson, halzeimer, sla e via discorrendo.

La polizza invalidità permanente da malattia, ad ogni modo, non assicura:

  •  le malattie e gli stati patologici che siano espressione o conseguenza diretta di situazioni patologiche preesistenti alla data di decorrenza della polizza e note all’Assicurato, indipendentemente dalla loro dichiarazione sul questionario anamnestico;
  • le conseguenze dell’alcoolismo, della tossicodipendenza, della sindrome da immunodeficienza acquisita (A.I.D.S.), della sieropositività da HIV e le sindromi ad esse correlate, dell’epilessia, della schizofrenia, delle forme maniacali, ansiose e depressive, degli stati paranoici, delle sindromi bipolari;
  • le conseguenze delle patologie determinate da influenze elettro-magnetiche;
  • prevede per la sua attivazione un termine da quando, secondo parere medico, ci sia motivo di ritenere che la malattia stessa, possa interessare la garanzia di polizza. L’inadempimento di tale obbligo può comportare la perdita totale o parziale del diritto all’indennizzo ai sensi dell’art. 1915 c.c.;
  • prevede sempre una gestione molto attenta della documentazione medica e dei tempi di invio alla compagnia di assicurazione;
  • prevede, a differenza, della polizza infortuni che sia l’assicurato ad andare a visitare il medico legale per attivare il processo di liquidazione del danno;
  •  raramente prevede un obbligo temporale per la compagnia di sottoporre a visita l’assicurato;
  • deve prevedere la copertura di malattie insorte mentre la polizza era in essere senza porre limitazioni temporali alla sua manifestazione;
  • deve prevedere la liquidazione del danno anche nei casi di morte dell’assicurato conseguente all’insorgere della malattia.

Polizza infortuni ed ernia del disco

Una patologia comune e per la quale vale sicuramente la pena sottoscrivere una polizza infortuni è quella dell’ernia del disco. L’ernia discale può essere indennizzata dall’Inail sia in caso d’infortunio, ossia se risulta causata da un trauma avvenuto in occasione di lavoro, sia nel caso in cui l’attività lavorativa svolta causi la degenerazione progressiva del disco intervertebrale.
L’ernia discale può avere comunque più concause: postura scorretta nello svolgimento dell’attività lavorativa, insufficiente attività fisica, predisposizione genetica, invecchiamento, artrosi, traumi ripetuti o sforzi eccessivi aumentano sicuramente le possibilità che la patologia insorga o peggiori.
L’ernia del disco è diagnosticata dal medico in base all’anamnesi del paziente (cioè alla raccolta dei sintomi lamentati dal paziente) ed all’esame clinico; l’esame d’elezione per la diagnosi di ernia del disco è la risonanza magnetica. Se i dolori ed i sintemi dell’ernia del disco sono così intensi da impedire lo svolgimento dell’attività lavorativa, il dipendente può assentarsi dal lavoro per malattia, dietro presentazione dell’apposito certificato medico. In questo caso può ricevere, a seconda delle ipotesi, l’indennità per malattia da parte dell’Inps e l’integrazione da parte del datore di lavoro.
È il medico curante a stabilire le giornate di assenza necessarie. Se l’ernia del disco si è manifestata a causa di un incidente nello svolgimento dell’attività lavorativa, dietro presentazione dell’apposita certificazione medica, il datore di lavoro è obbligato a inviare all’Inail la denuncia di infortunio sul lavoro.
E’ bene fare una distinzione tra infortunio sul lavoro e malattia professionale poiché in ciò si comprende quando può essere utilizzata o meno una polizza infortuni. Secondo quanto affermato dalla Cassazione, è sufficiente che la lesione si verifichi in un brevissimo arco di tempo, a seguito dell’attività lavorativa: basta che sia causata da un’azione che non esuli dalle condizioni abituali e tipiche delle mansioni alle quali il lavoratore è addetto.
Inoltre, tra attività lavorativa e lesione deve sussistere un nesso causale, e l’evento deve verificarsi in occasione di lavoro. Per ernia discale del tratto lombare, con disturbi trofico-sensitivi persistenti, l’Inail riconosce un’inabilità, cioè una riduzione della capacità lavorativa, fino al 12%.

Quest’inabilità è indennizzabile? Per rispondere, bisogna sapere che le prestazioni dell’Inail sono riconosciute quando, a seguito di un infortunio sul lavoro o di una malattia professionale, la capacità lavorativa dell’interessato si riduce, in modo temporaneo o permanente. Inoltre, è indennizzato anche il danno biologico, cioè il danno conseguente alla violazione del diritto di ogni persona alla salute e alla propria integrità psico-fisica, indipendentemente dall’incidenza dell’evento lesivo sulla capacità di guadagno.

Assicurazione caso morte

Un’altra tipologia assicurativa di cui non devi dimenticarti anche se non ha quasi nulla a che fare con il settore degli infortuni è quella della assicurazione caso morte. In cosa consiste? Beh, nel caso in cui l’assicurato che ha sottoscritto questa polizze morisse, ai suoi cari spetterebbe un rimborso. L’obiettivo principale di un’assicurazione di questo genere è quello di salvaguardare la stabilità finanziaria di una famiglia nel caso in cui la persona che porta la principale fonte di reddito semplicemente morisse. Generalmente, questa polizza indica un beneficiario differente dalla persona che si assicura la vita. Può essere il suo coniuge, i figli oppure chiunqune altro. Il risarcimento può avere dei limiti temporali, ovvero essere fornito alla famiglia in delle rate spalmate su un vario quantitativo di anni oppure venir erogato in un’unica soluzione. In questo caso il premio da pagare dipende da numerosi fattori: l’età dell’assicurato, il capitale che viene assicurato, lo stato di salute della persona, i vari vizi dell’assicurato (per esempio quello del fumo o dell’alcolismo), la durata della polizza, la presenza di un’eventuale assicurazione accessoria e così via. Se l’assicurato è giovane ed è in buona salute, il premio da pagare sarà abbastanza basso. Tale assicurazione può essere sottoscritta in due modi differenti: la polizza sulla vita intera e quella temporanea. Quest’ultima è efficace in un certo periodo di tempo di vita dell’assicurato, per esempio dai 40 ai 60 anni. Trascorso questo periodo il beneficiario dell’assicurazione non riceve alcun finanziamento se la persona assicurata non muore. Di contro, l’assicurazione permanente è valida per tutta la vita dell’assicurato. In questo caso il beneficiario riceverà il compenso economico indipendentemente dal momento di morte dell’assicurato. La scelta relativa alla tipologia dell’assicurazione sulla vita sottoscritta viene sempre lasciata al titolare della stessa. Questo tipo di assicurazione conviene a tutti coloro che svolgono dei lavori ad alto rischio, dei lavori che garantiscono un’elevata fonte di reddito, o che semplicemente vogliono proteggere la propria famiglia dall’instabilità finanziaria nel caso della propria morte.

Come vedi, a seconda delle tue esigenze e delle diversissime proposte da parte delle principali compagnie assicurative, i rischi coperti possono essere davvero tanti. Prima di scegliere l’assicurazione, valuta però la sua convenienza, presta un occhio di riguardo alla presenza della franchigia e al premio: in questo modo potrai usufruire della polizza più conveniente per te!